Le Donne e lo sci.
Fino agli anni ’40 lo sci era prerogativa dei maschi; per le donne non era utile e conveniente farsi vedere con i capelli scompigliati dal vento e le sottovesti mosse sui pendii delle piste da sci, ma grazie all’arrivo del fascismo si stabilisce un diritto pari nello sport e così anche alle donne è concesso il lusso dello delle competizioni nel mondo dello sport.
In zona la famiglia Sertorelli con le gemelle Cecca e Costanza sono il primo esempio delle donne che lasciano il segno sulla neve.
Diverse sono le Bormine che si sono distinte nella prima squadra femminile composta dalle gemelle Costanza e Francesca, seguite da Laura Robustelli, Milly Occhi, Ada Giacomelli e Rosa de Lorenzi con allenatore il titolare dell’albergo Bernina di Tirano il signor Achille Cioccarelli.
Immaginiamoci un pullman che da Sondrio parte arriva a prendere le ragazze, le porta fino a Madesimo o all’Aprica o per allora lontano Ponte di Legno dove per 15-20 giorni hanno luogo gli allenamenti.
Il fatto di appartenere a una famiglia già famosa grazie alle imprese dei fratelli Erminio, Stefano, e Cinto Sertorelli danno ancor più lustro alle sorelle Costanza e Cecca che si distinguono sia in discesa che in slalom malgrado fosse noto a tutti che tra le sorelle c’era veramente molta molta rivalità; anche se Costanza è la più veloce in discesa Cecca invece è imbattibile con lo slalom. Nel giugno del ’42 Costanza salta agli onori della cronaca per un’altra passione che la vede protagonista: scala infatti la cima Tuket lungo la parete nord, partendo dal Livrio al mattino all’alba insieme al marito Nani Anzi e ad un capitano di Sondrio appena tornato dalla Russia, segnando quest’evento come un’impresa epocale che finisce sulle pagine dei giornali perché è la prima donna che conquista la cima.
Facciamo un plauso anche a queste sorelle che hanno portato in alto il nome dell’alta Valle nel circuito alpino femminile.
Anche il nome di Laura Robustelli soprannominata “la volpe” lascia il segno scendendo da Piatta dove abita fino alla latteria e alle scuole con gli sci dato che la percorrenza con i piedi fa perdere molto tempo!
Nel Palmarès di Laura la troviamo nel 1941 Selva di Val Gardena vincitrice dei campionati
italiani di discesa addirittura sulla lunghezza di 3 km.
Purtroppo la guerra fa saltare i programmi agonistici di Laura che si deve ritirare dalle corse per andare a lavorare e guadagnarsi così da vivere: lo sport si faceva per sport e passione e sicuramente non per soldi dato che l’unica agevolazione che avevano era dato dall’utilizzo del treno per le trasferte che era a carico della federazione.
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