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Signore, fammi vincere!

Signore fammi vincere!

Siamo nel pieno della guerra e non tutti sanno che per quell’evento venivano costituiti dei reparti speciali ai fini bellici soprattutto nella zona della Val d’Aosta dove c’era la Pattuglia Veloce della Scuola Militare.

 

Uno dei protagonisti Bormino d’adozione ma originario di Ponte di Legno, era Fedele Cresseri che militava in questa pattuglia.
Ricorda benissimo che il primo giorno di combattimento ricevettero l’ordine di ammazzare tutti i francesi. Ma la pattuglia nella quale milita anche Zeno Colò viene travolta da una valanga che colpisce 25 militari, tra i quali anche Cresseri.
Le valanghe, dicevano quei tempi, erano il primo nemico ma chi apparteneva al gruppo della pattuglia era già fortunato; diversamente se non si davano risultati agonistici si andava al fronte.
Chi era membro della pattuglia non tornava a casa per moltissimo tempo perché veniva usato come staffetta porta ordini tra il fronte e i comandi.
Quando c’erano le selezioni delle prestazioni dello sci di fondo,importanti, Cresseri pregava il Signore per farlo vincere, perché era ben consapevole che lo stare in squadra l’avrebbe protetto e tutelato, considerato che solamente 10 restavano nel corpo,  gli altri venivano mandati al fronte e chi si lamentava avrebbe visto una canna di fucile puntata lì seduta stante. Le medaglie vinte da Cresseri (malgrado qualche ingiustizia sui mondiali degli anni ’38 in quanto non convocato poiché militare e non sportivo) lo vede al primo posto al campionato italiano di Bardonecchia nel 1939 e poi nei campionati italiani assoluti di Cervinia.
La sua soddisfazione maggiore si ha nel ’43 in diverse competizioni di sci alpino anche di certo livello soprattutto visto che riuscì a battere anche Aristide Compagnoni.
Ha disputato diverse gare in condizioni particolari alcune tra le bufere di neve ma anche attraverso le valanghe che si staccano dei pendii ma con l’inizio della seconda guerra tutte le gare vengono sospese e nel ’48 invece chiude in bellezza la carriera agonistica partecipando alla pattuglia militare di Saint Moritz.
Terminata la guerra, stabilitosi definitivamente a Bormio fa il maestro di sci ma in fondo non gli dà da vivere a sufficienza. Fedele si converte alla pratica della discesa che lo porta anche alla nomina di presidente onorario degli azzurri della magnifica terra.
I complimenti ricevuti, le sue doti di spirito di sacrificio dato durante il periodo bellico lo distinguono come una persona buona ed affidabile.
Salirà poi allo Stelvio dove diventerà titolare dell’hotel Genziana, proprio al valico.

ooo

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