Il museo vallivo di Valfurva “Mario Testorelli”
Il maestro Mario Testorelli già nel 1960 cominciò a raccogliere oggetti della propria infanzia, con una consapevolezza dell’importanza e della testimonianza di una vita, che presto sarebbe stata sostituita da agi, e usanze diverse, a testimonianza di un mondo che stava già allora scomparendo Museo edificato all’inizio in prossimità della chiesa parrocchiale di San Niccolò, nel 2003 vede un trasferimento nella nuova sede di sant’Antonio Valfurva, intitolato appunto al fondatore Mario Testorelli mancato nel 2002. La particolarità di questo museo è data dalla raccolta di un patrimonio storico, culturale,tramite la ricreazione di ambienti ed atmosfere verosimili, e di un’attenta collocazione degli spazi, degli oggetti, e degli allestimenti, con una cronologia storica, ma anche di usanze, usi e abitudini del secolo scorso.Il percorso ora è suddiviso in diversi ambienti: troviamo le attività casalinghe, quelle agricole pastorali , le botteghe artigiane, alcuni particolari paramenti ecclesiastici, gli attrezzi delle piccole botteghe. Non ci si può non impressionare davanti al mulino utilizzato per la macina della segale e dell’adiacente forno a legna per la cottura del pane.Oggetti che hanno visto il susseguirsi delle vicissitudini del paese, delle gesta del popolo, le vicende della valle legate alla povera vita fatta tra Scuola, Chiesa, Montagna, famiglia e guerra.Una vallata particolare quella della Valfurva che nel tempo ha subito diversi periodi di isolamento, così come anche ha visto il passaggio di nomadi, legati economicamente per la sopravvivenza alla coltivazione del terreno, e del bestiame, che utilizzavano per il proprio sostentamento. Ingegnandosi nel costruire attrezzi con il poco e povero materiale che avevano a disposizione. E proprio questi attrezzi. raccontano nella loro forma e nell’usura dell’utilizzo del tempo. la fatica e i mestieri che all’epoca queste persone hanno utilizzato per la propria salvaguardia.Con l’arrivo del benessere intorno alla metà del secolo scorso naturalmente l’economia cambiò i propri connotati grazie all’arrivo delle modernità, trasformando gli usi e costumi della stessa valle. I primi mutamenti si videro dal susseguirsi di case non più povere in legno, bensì da strutture più forti ed edificate che in un modo e in un altro, hanno cambiato le radici della comunità e del proprio bagaglio culturale. E per impedire questo passaggio, per non vanificare i sacrifici fatti, che i traguardi conseguiti con fatica venissero dimenticati, il maestro Mario Testorelli , all’epoca sindaco, pensa di creare questo museo raccogliendo i reperti riponendoli così nel museo. Si trovano gli attrezzi del contadino, dell’artigiano, dei capi di abbigliamento del tempo, gli altari e i paramenti sacri dei sacerdoti e anche oggetti dati del culto molto radicato tra il popolo . Così come alcuni arredi delle case e le armi dei soldati rinvenute nei luoghi della prima guerra mondiale che Valfurva ha vissuto da protagonista, eroi della nostra storia . Tutto raccolto e particolareggiato nella disposizione, d’impatto sicuramente emotivo è il vecchio mulino ,perfettamente funzionante che accompagnato dagli attrezzi legati la coltivazione della segale quali l’erpice , il vaglio, i setacci, gli scrigni, lasciano quel sapore di antichità ma allo stesso tempo freschezza e genuinità di cui forse oggi siamo alla ricerca.
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