Sembra una visione: il sole splende nel cielo azzurro dopo tanti giorni di instabilità.
È già tardi, circa mezzogiorno; con quattro cose nello zaino vado in Baita.
All’apertura della porta massiccia, la cui chiave arrugginita dal tempo e con tante azioni a suo carico nella toppa, un forte odore di cantina mi pervade.
L’insistente pioggia dei giorni scorsi ha avvolto nell’umidità lo scantinato adiacente il cui caratteristico odore se diffuso per la casa mischiato all’altrettanto insistente odore del camino e delle braci spente ormai da tempo.
Gli spazi sembrano aver acquisito dimensioni diverse poiché la posizione del sole nel cielo rispetto a 15 giorni fa è assai cambiata: ove prima creavamo zone d’ombra per poter mangiare, ora si sposta il tavolo a seconda dei raggi di luce e del sole che creano un piacevole tepore.
Persino il fiume è meno insidioso dei tempi scorsi.
La scogliera vede dei massi che sono rotolati a valle durante la stagione estiva che prima erano invece sommersi del corso d’acqua.
La tranquillità e quasi una musicalità espressa da quest’acqua che ora scorre tranquilla nel suo argine è un piacevole sottofondo.
Attorno allo sperone di roccia sul quale è costruita la casa, rigogliosi frutti rosa costellano il muro improvvisato.
I lamponi di un intenso color rosa arrivati ormai ad una maturazione al limite, ci accompagneranno durante pranzo di oggi.
Quattro cose semplici nel piatto: affettati, formaggio che nella cantina è maturato al punto giusto, una salsiccia e due foglie di insalata sono una vera prelibatezza in questa giornata ed in questa cornice.
Alla fine l’aroma del caffè pungente copre tutto quanto inebriandoci le narici.
Al termine di tutto ciò lo sguardo si perde e si sofferma sui mutamenti che in pochi giorni vedono l’ambiente circostante cambiare.
Alcune fronde già ingiallite dei larici che attorniano la casa assieme alle pigne che sono invece cadute a terra dei cembri resinosi ma altrettanto profumati: un segno di questo autunno ormai alle porte.
Distese, distese di prati verdeggianti e davvero rigogliosi rispetto ai settembre scorsi quando l’arsura estiva li aveva invece dipinti di diverse tonalità verdi e gialle.
Una marmotta si sente continuamente fischiare: si starà burlando di noi piccoli esseri umani a distanza di sicurezza, piacevole compagna di questo pomeriggio soleggiato.
I vicini hanno già accatastato e riposto nella casetta degli attrezzi, gli arredi da giardino che durante l’estate hanno visto ben poco uso.
Negli occhi la consapevolezza di un’altra annata finita nella nostra baita, dove senza televisione e senza grandissime comodità si è invece nutrito l’anima di rapporti tra le persone di un sapore del tempo andato: il vissuto dei nostri genitori che tanto c’è piaciuto, così da cercare di imitarlo il più possibile.. È solo settembre, se Dio vorrà ci sarà ancora tempo per giornate di introspezioni..
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