La Coscrizione
In questi giorni sulle strade dell’alta Valtellina vediamo sull’asfalto delle strisce, scritte e altri manifesti che inneggiano ai diciottenni e alla loro coscrizione, ovvero la festa per la raggiunta maggior età.
Raccontava il mio papà nato nel 1930, che allora non si festeggiava una settimana o più come accade oggi.Diceva che con la bicicletta il giorno antecedente la festa della coscrizione, andavano a Premadio in zona “Bagni” si recavano nella vasca dove solitamente si lavavano le pecore per una risciacquata, ed era una cosa quasi eccezionale poiché il bagno era davvero un lusso.
Naturalmente non si facevano i caroselli con le auto, bensì tramite l’utilizzo di un carro solitamente addobbato con frasche degli alberi adornate con i fiori rigorosamente costruiti a mano dalle coscritte, si creava il mezzo di trasporto. Di sera non era solito e usuale uscire ed andare a spasso soprattutto con le ragazze, di conseguenza il pranzo era previsto a mezzogiorno in una trattoria mentre al pomeriggio con questo simpatico carro si girovagava cantando e bevendo di bar in bar ma solo i coscritti maschi poiché per le femmine non era eticamente consigliato.La domenica successiva andavano a portare le foto alle coscritte incontrandosi in un bar cantando e salutando chi era prossimo a partire per il servizio militare : non c’erano incontri goliardici con balli e musica, tutto si svolgeva “braccio” al massimo con l’aiuto di un fisarmonicista.
Quando ero ragazzina io, ricordo che era un evento vedere gli amici più grandi che per un weekend erano i protagonisti del paese. Dal carro si passò ai trattori o per i più fortunati ai furgoncini, dove panche e sedie venivano sistemate per ospitare i coscritti. C’era un ristorante dove per molti anni, tutti andavano a festeggiare lì, era una tradizione, poi nel tempo budget ed altre soluzioni hanno avuto la meglio.
Quando la feci io, ero tra le prime ragazze ad avere non solo la patente in quanto nata in primavera, ma l’auto, e nelle settimane precedenti ai festeggiamenti, si faceva tardi andando a fare le scritte: dinnanzi la casa di ogni coscritto, si dipingeva il nome del festeggiato, spesso con le pitture tricolori, mettendo qualche slogan canzonatorio.Si appiccicava alle pareti delle case o dei muri, dei piccoli manifesti inneggianti l’anno in corso, che ogni anno venivano poi coperti dai nuovi diciottenni, e si modificano i numeri del “W la classe del….”L’impresa più ardua era l’apporre lo striscione all’imbocco del paese, alle volte gli abitanti andavano in aiuto ai poveri ragazzi maggiorenni. La domenica era quasi tradizione andare a fare colazione, spesso a Livigno e poi per dare il buon esempio c’era sempre la messa, alle volte a suffragio di qualche coscritto venuto a mancare. Il segno tangibile della festa in corso era la scritta nella piazza principale coi nomi di tutti i coscritti con disegni o slogan che accompagnavano frasi e rime che spesso causa pioggia, brina o il passaggio delle auto era visibile per ben pochi giorni..
Oggi invece i moderni maggiorenni fanno festa anche per una settimana, programmi intensi nelle baite, passaggi della classe precedente, consegna di chissachecosa, ma è così.. con lati positivi e non..Noto con simpatia un ritorno al passato, annate sempre meno prolifiche hanno portato a feste di paese con 6/8 membri, e magari ancora senza patente e mezzo, i quali ricorrono all’aiuto di genitori che in alcuni casi si prestano a fare da autisti, e proprio ieri il mezzo per i ragazzi di Pedenosso mi ha strappato un sorriso..
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